(20.02.2009)
Con gli anni quanto facilmente i sensi perdono la loro capacità di restare vigili...Muscoli un tempo atletici accusano dolori che non immaginavano, occhi capaci di vedere oltre l'orizzonte dimenticano la forma delle cose. E quanto ancora perdiamo, un filo alla volta, dalla ragnatela della nostra esistenza, lentamente, nel silenzio, senza farci caso. Oggi una cosa, domani un particolare, poi una frase, poi quel bacio, poi quel viso... Soli, nel tempo, immutabili restano ancorati alle nostre anime i soffi dei profumi, col loro carico di sensazioni capaci di riportarci indietro come per magia. I gioiosi profumi del talco, quel borotalco Robert's dalla antica etichetta, che mamma ci spargeva copioso ad asciugarci usciti dalle nostre catinelle d'acqua saponata dove ci divertivamo con le bolle e quel topolino di plastica gialla col quale ora gioca il mio bambino nella vasca. E poi la nuvola inebriante legata al ricordo di quelle domeniche mattina passate a guardare mio padre farsi la barba , schiuma morbida e ricca, lavata via e la pelle aspersa della più classica delle acque di lavanda, l'Atkinson centenaria, mai cambiata nel tempo se non per la confezione... colonia infine scelta a marchio per sempre, pur essendo passato tra le mille essenze nuove che i miei anni giovani sceglievano, essenze forti, muschiate, aromi d'Oltremare col loro bagaglio di effluvi e spezie. Sandalwood, Drakkar, e la ghiotta fantasia di accondiscendere alla tentazione di seguire i consigli del barbiere, cospargendo il viso del vecchio e fuori moda Ffloyd Hungrolyzed, così morbido, quasi dolce, leggerissimo ma efficace al pari della gloriosa Aqua Velva Ice Blue Williams, protagonista di caroselli in bianco e nero e della toilette di mio nonno. Profumi più alla moda, invariabilmente regali di donne amate inconsapevoli dei gusti reali, ma felici di dimostrare affetto con un piccolo dono. Donne che hanno lasciato che i loro volti, i loro corpi svanissero negli anni e nei meandri della mente seminando dietro di sè fantastiche scie...l'esotico Fidji, la classe di uno Chanel sapientemente nascosto tra gambe tornite e su candide pelli...le curiose, quasi infantili meraviglie economiche dell'Avon ai tempi in cui le venivano a presentare a casa, in quegli ultimi anni sessanta ancora pieni di promesse. E la scoperta di quanto bastasse a scatenare i miei sensi una sola goccia di essenza di vaniglia, pura, calda, potente, dolcissima al punto tale da far perdere i contatti con la realtà e aprire le porte dell'amore. Quei profumi dalle architetture inesplicabili, nei quali riuscivi a riconoscere legni pregiati, quercia, fiori di giglio, orchidea e le ambre e il sandalo e il muschio ancora a ripetersi nella testa e nel cuore del profumo stesso. Persino la segreta potenza della Fava di Tonka si riusciva ad avvertire, quello stesso misterioso ingrediente usato per celebrare le mescole più pregiate dei tabacchi inglesi da pipa.. La seduttività del Mango e il succo inebriante delle rose carnacine..Nulla rimane nel cuore di un uomo quanto la cicatrice sublime lasciata da un profumo, ogni momento un suo valore, ogni fiore morto per la bellezza di una donna un omaggio eterno e irrinunciabile.

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