(24.10.2008)
Verso la metà degli anni '70, in pieno liceo, capitava a volte di concedersi qualche fuga dalla scuola, magari in compagnia dell'innamorata di turno, per andare a fare lo struscio al centro, quasi sempre in via del Corso. Vi si affollavano i ragazzi che, mattinieri, avevano condiviso la bella pensata, tutti intenti ad esaminare con aria desiderosa le lussuose vetrine dalle inavvicinabili mercanzie, o a spettegolare l'un l'altro. I gruppetti sempre ben divisi, le femmine avanti a far mostra di sé e i maschi intruppati dietro, a ridacchiare immaginando chissà quali prove di virilità che puntualmente restavano confinate nella sfera del sogno. Io amavo recarmi alla scalinata di Piazza di Spagna a prendere il sole e quando era il periodo della mostra delle azalee mi beavo dell'essere circondato dai vasconi onusti di piante rigogliose che emanavano l'inconfondibile sentore dell'estate in divenire. La colpevole gitarella fuor di scuola culminava , per me, quasi sempre in un preciso itinerario gastronomico, in via della Croce infatti c'era una panetteria che sfornava i formidabili Kranz austriaci, sorta di enorme pane dolce, dalla pasta gialla e ben lievitata, carico di armelline, pinoli, zibibbi passiti e canditi di cedro. Il tutto laccato di bagna al miele e granella di zucchero. Occhieggiavano tentatori dalle vetrine colme di Pretzel e salumi ed io non mancavo mai di mettermi in fila e comprarmi un Kranz intero, che di solito pesava sul mezzo chilo. Me lo nascondevo nella borsa di Tolfa sgangherata e mi trovavo un gradino soleggiato e pulito dal quale osservare il passeggio o, se ero in compagnia, incasinarmi in lunghe discussioni sui massimi sistemi o sulla possibilità di portarla al cinema per fare sesso...Ci voleva un po', ma il Kranz spariva tutto, e con quale gioiosa soddisfazione, nel mio stomaco goloso e lì giungeva quella blanda satollaggine, quella completa soddisfazione che ti rimetteva in pace col mondo. Il favoloso profumo dei Kranz è oramai fuori moda, raramente capita di trovarne, senza i canditi, ridotti a strana presa in giro di sé stessi, vaghi cornetti super cresciuti e incellophanati d'importazione. Persino la mostra delle azalee è diventata un soggetto a rischio, considerato che l'altr'anno sono riusciti a rubarsi i pesantissimi vasconi scendendo i gradini di Trinità dei Monti con un camioncino..

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