martedì 21 ottobre 2025

ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO :19

 (21.11.2008)

Oramai stabilizzatici a Roma, finita la sistemazione della casa, cominciammo a prendere possesso della città girando in lungo e in largo e visitando posti, pranzando fuori nelle trattorie e andando - raramente - al cinema. Ricordo la prima volta che con mio padre vi andammo, era il cinema teatro Adriano, una struttura enorme, con poltrone sontuose, quattro file di gallerie, il loggione superiore, colonne, capitelli dorati, velluti rossi e posti a balconcino come nei teatri di una volta. Dopo la Guerra vi facevano il Varietà, solo più tardi si era trasformato in cinema. Ricordo che entrammo a film iniziato, come si usava, visto che poi potevi goderti anche tre spettacoli di seguito, attraversammo il corridoio e per errore invece di entrare centralmente sbucammo da sotto un tendaggio proprio sotto l'angolo destro dello schermo, uno schermo talmente gigantesco che ancora non mi pare vero. Alzai gli occhi nel buio, e restai incollato al muro nel vedere avanzare un immenso sottomarino. Era un film di fantascienza, si trattava de LA CORTINA DI BAMBU' con Dan Dureya...piacevole, avventuroso, in grado certo di stimolare la fantasia di un bambino. Rimasi estasiato nel rendermi conto della sontuosità e della grandezza del cinema, una meraviglia che accomunai solo al Teatro dell'Opera dove iniziai ad andare molti anni dopo. Quel cinema rimase nel mio cuore, tra i tanti, e negli anni continuai ad andarvi anche perché i corridoi labirintici, i posti nascosti nei balconcini, permettevano a frotte di giovanotti di godere di mirabolanti avventure erotiche a poco prezzo, insaporite dal gusto malandrino del farlo in mezzo a centinaia di spettatori. Passava la maschera che con quattro soldi elargiva cornetti Algida, bomboniere al cioccolato e popcorn, ma noi, per risparmiare, ci dilettavamo nel comprare i bruscolini - i semetti di zucca tostati e salati - con un cartoccetto dei quali passavi il pomeriggio. Al cinema teatro Giulio Cesare invece vendevano anche i mostaccioli, le castagne lessate e seccate, da tenere in bocca ciucciandole fino a fare diventare morbide. Gustosi cibi di una volta, ora declassati ad alimento da vendere allo zoo per lo spasso delle scimmie...Ricordo anche il famoso cinema Castello, vicino a Castel Sant'Angelo, con le seggiole di legno ed il tetto che si apriva nell'intervallo per fare uscire il fumo delle sigarette...decadde a cinema porno, poi il Vaticano lo acquistò e ne fece una sala d'accoglienza per i pellegrini dove proiettano documentari su Roma antica. Lo potete ancora vedere nel vecchio film ROMA di Fellini, girato lì quando ancora era come una volta, ai tempi della Guerra. Ora sono diventati tutti delle multisale, e anche se la visione e il comfort sono indubitabili, a me mancano quelle visioni protratte per interi pomeriggi, reiterate, e quegli angoli bui dove imparammo a fare l'amore condendo i nostri gemiti con gli spari di Clint Eastwood , quei cinema dove furbescamente dichiaravamo di avere più di quattordici anni per vedere Quattro Mosche di Velluto Grigio...La modernità ci ha rubato il romanticismo, la passione, forse persino il senso stesso del vedere un film..



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