(01.02.2009)
Primi anni 80, cominciavano i nostri grandi vagabondaggi per l'Europa. Avevamo comprato un pulmino Volkswagen e lo avevamo attrezzato a camper col cucinotto, il tetto alzabile, tendine, cassettoni, wc nautico e letti smontabili. Più avanti, negli anni, aggiungemmo anche una tenda da campeggio a quattro posti che si attaccava di lato, nella zona del portellone, consentendo così un miglior uso del mezzo una volta fermi nei campeggi. Con il pulmino, a mo' di bizzarri figli dei fiori, facevamo delle traversate senza fine, spaziando dalla Francia alla Norvegia. Prima di partire, organizzavo maniacalmente il viaggio, munito di cartine, mappe, liste degli alberghi: calcolavo spese e quanto altro, arrivando a misurare i litri e il costo della benzina per tutto il viaggio, imprevisti compresi e di solito la cosa funzionava egregiamente. Di quegli anni e di quei viaggi restano impresse nella memoria scene, sensazioni, emozioni fortissime; l'arrivo nel parcheggio di Schaffausen che si affacciava sul baratro prospicente alle Cascate Regina, sotto le quali si poteva andare con un battellino, e distinguevi tutto lo spettro dei colori dell'iride nel vagolare delle gocce disperse nell'aria dalla cascata. O l'arrivo, nel morire del giorno, alla frontiera olandese, dove - appena passata - il panorama cambiava drasticamente: la strada calava in basso immergendoci in un infinito tappeto di nebbia densa alta un metro da terra, dalla quale come una visione spuntavano le schiene di diecine di mucche nell'aria soffusa di uno spettacolare tramonto. Notti infinite sotto cieli sconosciuti, le stelle non più al loro posto, aromi e fragranze stranieri. A Chateau d'eau, avvolti da una pioggerella tiepida e uggiosa, mangiammo curiosi cubi di carne al sangue, profumatissimi, che si scioglievano in bocca, sotto una tettoia di legno su panche rustiche in riva al lago e un passero paffuto e malizioso saltellava imperterrito sul tavolo in cerca di ghiottonerie. A Copenhagen, dopo la visita al magnifico Parco dei Divertimenti, ci recammo a visitare la Sirenetta, che tranquilla lascia che le onde della battigia lambiscano lo scoglio sul quale è alloggiata, vicino al pontile, per scoprire che l'immagine da sempre amata e immortalata ritrae una statuina alta poco più di un metro.. E Madurodam? quell'incredibile parco a tema col mondo in miniatura, dove si poteva passeggiare tra monumenti celebri e cattedrali che ti arrivavano alle ginocchia, capendo al fine come debba sentirsi Godzilla quando va a Tokio in vena di far danni. Quanti campeggi visitati, quanti chilometri sotto quelle ruote.. quando passavamo la frontiera italiana - altri tempi, certo - ci sentivamo come dei veri contrabbandieri perché occultavamo in ogni interstizio possibile, da veri italiani doc, pacchi e pacchi di pasta Barilla necessari alla nostra sopravvivenza all'estero. Comprensibile, se si tiene conto che fuor dall'Italia si trovava solo in confezioni da 125 grammi e a prezzi proibitivi. Fossimo stati furbi ci si sarebbe arricchiti, o quantomeno si sarebbero limate bene le spese dei viaggi.. in realtà volevamo portare con noi solo un pezzo di Patria. Gastronomicamente parlando, beninteso, ma sempre cara!

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