(27.08.2008) come si usava allora, nella grande comunità di scrittori di blog su "Chatta" venne realizzato un racconto horror a più mani. Collaborarono alla stesura i nick: Duchessaazzurra, Lestat, Angelikanotte, Crenabog. Lo riporto esattamente come venne scritto.
DUCHESSAAZZURRA Scrive..
Il profumo della notte mi destò dal sonno inquieto, mai più mi ero detta avrei voluto saziarmi col sangue dei poveri mortali che capitavano sulla mia strada, mai più...
Ma avevo sete, tanta sete e la mia gola arsa chiedeva di essere irrorata..
NO! mi dissi, troppe vite erano già state abbandonate nei vicoli oscuri della città dalla vampira bionda che riempiva le prime pagine dei tabloid.. tutti mi cercavano ma nessuno che mi avesse visto sarebbe arrivato a vedere la luce del dì successivo..ma ero troppo debole e il mio corpo reclamava nutrimento. L’abito di seta donatami da Lestat ammiccava dall’armadio: nero, lucente: l’ infilai in un secondo posando sulle spalle il mantello di velluto con cui adoravo ammantare il capo delle mie vittime prima di guardarle negli occhi e di dissetarmi col loro fluido vitale.
Uscii nella notte fresca, alla ricerca di locali dove avrei trovato le fonti del prezioso nettare rosso, non potevo tornare nei soliti posti, ma neanche mischiarmi con la bolgia laida e oltraggiosa dei locali del porto; ma sì, ecco un bel night, per ricchi esasperati e stufi di tutto. Non mi fu difficile convincere il buttafuori, di solito arcigno ma con me tenero come una pecorella, dopo avergli mostrato telepaticamente cosa gli avrei fatto se non mi avesse fatto passare..
Entrai nel locale e non passai subito inosservata..
LESTAT Scrive..
IL Night club era molto affollato, il fumo incombeva nel locale. mi ricordava le nebbie di casa mia, con la differenza che la nebbia dava qualche brivido, invece il fumo qualche malanno ai mortali.....ordinai un succo di pomodoro dal mio amico barman Ginko, il quale mi diede il solito intruglio di sangue e assenzio, che a prima vista sembrava proprio un bella spremuta di pomodoro. Nel mentre assaporavo la mia bibita....sentii una presenza immortale, quel odore tipo di una vampira...ehi intendiamoci, noi vampiri figli di Iside non puzziamo come quelli del vecchio mondo...vampiri timorati di Dio...e polvere sei e polvere tornerai....quelli fanno un odore che li sento a 2 Km di distanza...un fetore insopportabile. Questo era un profumo gradevole di..
ANGELIKANOTTE Scrive..
Benché quella donna fosse pallida come il gesso; benché avesse occhi molto scuri, a dispetto del diverso colore dei capelli, e cerchiati da ombre pesanti, violacee, simili a lividi, quasi avesse trascorso la notte senza chiudere occhio.. Eppure, il resto dei suoi lineamenti era dritto, perfetto, spigoloso. Ma non era questo il motivo per cui nessuno, nel locale, riusciva a distogliere lo sguardo su di lei. La fissavano perché il suo volto era di una bellezza devastante, inumana; era un volto che non ci si aspetterebbe mai di vedere se non, forse, sulle pagine patinate di un giornale di moda. O dipinto da un vecchio maestro sotto fattezza di angelo. La donna attraversò il locale e si diresse al bancone, ordinando un drink di un colore rosso purpureo, si allontanò e si diresse al tavolo più lontano dalle luci, quasi nella penombra; si sedette e cominciò a giocherellare con il bicchiere con quelle dita lunghe, affusolate e pallide..
LESTAT Scrive..
Cavolo! Mi voltai verso.....e notai la vampira infondo al bancone....ma quella zona non era ben illuminata, intravedevo solo le sue forme, e quello che vedevo era buona cosa....poi ad un tratto sentii un altro odore simile, leggermente diverso ma con affinità a quello precedente...il primo era un profumo che ricordava i tigli in fiore, invece il secondo somigliante alla magnolia....ma come dicevo prima avevano un qualcosa che li accomunava! Ecco quale era l’associazione dei degli odori...la seconda vampira si avvicinò altra, si salutarono affettuosamente con un bacio sulle guance, e in quell’istante una lieve luce le illuminò entrambe...erano gemelle!
Allora pensai...ho un gran fiuto, e penso di possederlo solamente io e Akasha, pace all’anima sua!
Loro mi notarono , ed io gli feci un cenno alzando il bicchiere quasi vuoto: " Ginko! Fammene un altro! E offrine due uguali alle ragazze, non credo che rifiuteranno, è sempre la solita roba che dobbiamo bere! "
CRENABOG Scrive..
Le ore scivolavano lente una sull’altra nel profondo della notte. Ignari, innocenti e colpevoli, come sempre dormivano i loro sonni persi tra coltri di comune cotone o raffinate sete. Vaghi nottambuli persi tra le ombre giravano per le strade in cerca di quell’ultimo locale capace di spegnere la sete delle loro gole o, a volte, delle loro anime abbruttite da una realtà non confacente ai loro bisogni. Tragiche larve ammantate di disperazione, segnate da vite non volute, incapaci di rassegnarsi a un destino che si era divertito a calpestarli. Vagavano, attratti dal lucore malato del neon delle vetrine, attratti dalle vetrofanie e dai manifesti; intenti a ciondolare in attesa di quella desiderata scintilla capace di dare una svolta alla loro esistenza. E, inevitabilmente, attratti da un filo mentale sottile, terminavano i loro passi davanti al portone del club, incerti all’ultimo se compiere quel passo. Quel passo. Lo avrebbero fatto? Cosa avrebbe portato a loro, uno scintillio di paradiso? Un breve esaltante momento di gioia sessuale? Oppure una semplice, consueta, ubriacatura? O... la morte? Sull’acciottolato umido degli afrori ristagnanti di animali da tempo lì passati, olezzante dei grevi umori corporali di altre esistenze, lentamente ticchettarono i passi di un nuovo avventore. Era così comune da non essere ricordato da chi, casualmente, lo incrociava, e in fondo gli stava bene così. Aveva i suoi motivi. Si fece avanti per entrare e la luna piena, mortifera nel cielo, stagliò la sua ombra sul muro come una condanna irrevocabile.
CRENABOG Scrive..
Si guardò intorno, aiutandosi con il suo fiuto innaturalmente sviluppato e subito individuò i vampiri all'interno del locale. Troppi. Ma lo strano terzetto intento a bere in un angolo attirò la sua curiosità e finì per avvicinarsi. - Una buona notte a voi,- esordì, con un piccolo ghigno.- Ma quanti bei figli della notte qui, stasera.. Lestat si girò verso di lui, blandamente annoiato dall'essere stato interrotto dal suo pour parler con le due ragazze,- Hoh, hoh, cosa abbiamo qui? Aspetta, non credo di sbagliarmi a chiamarti Lycan, vero? Cosa dovremmo fare ora, di te? - Nulla in particolare ,-rispose l'uomo,-non sono qui per voi, non siamo tutti figli della grande bastarda lunare? Solo perché vostro padre fu Toth e il mio un incubo della Mesopotamia, non credo che non ci si possa definire fratelli nella carne e nel sangue. Sono venuto a cibarmi, ed è quello che farò, tra poco. Magari mi andava solo di avere del pubblico stasera, eh eh! Saresti così cortese, amico mio, da reggermi la giacca? Lestat trovò il nuovo intermezzo divertente, magari del movimento avrebbe fatto bene al locale, così spiacevolmente affollato. Si rivolse alle ragazze, più diafane che mai nel riverbero del neon..- Che dite, vi va uno show fuori programma? Le guardò leccarsi le labbra, i seni palpitavano dall'eccitazione, la forza brutale che andava montando nel lycan gli arrivava ad ondate, annuirono all'unisono. .- Va bene, fratello, datti da fare, facci divertire,- esclamò. L'uomo con molta calma si tolse il cappotto di cuoio, si aprì la camicia, rivolse la testa all'indietro e esplose in un ululato agghiacciante. Tutti i presenti si voltarono e iniziarono a gridare, per la sorpresa e la paura. Ginko allungò la mano sotto il bancone ma la Duchessa lo trattenne, non voleva proprio che fosse fermato. Il lycan proruppe in una devastazione inaudita, scagliando corpi qua e là come fuscelli, strappando braccia, squarciando gole. un fiume di sangue sul quale chi tentava di fuggire scivolò restando vittima designata. in pochi minuti il massacro ebbe termine, i muri avevano preso un altro colore, come dire, sanguigno...il lycan si rialzò, fremente, i muscoli tesi come funi di una nave, il corpo nudo interamente ricoperto di sangue e umori, gli occhi che brillavano follemente nel fumo del locale, cacciò un nuovo spaventoso ululato e si diresse verso di loro, allungò una mano e afferrò per la nuca una delle vampire portandola al suo petto:- Bevi, mia signora, questo è per te. La ragazza iniziò a leccare il sangue sul suo petto, con gli occhi lucidi e spalancati e fu come una promessa di alleanza. Lestat abbassò lo sguardo sulla spropositata virilità del lycan, fece dentro di sé un sommesso commento sul fatto che le donne preferiscono sempre le bestie e proruppe in una risata gelida. - Amico mio, non pensi che sia il caso di allontanarci per stasera? Dobbiamo andare a cena anche noi,. esclamò, prendendo per mano la Duchessa. Il lycan si staccò ringhiando dalla vampira, ancora mollemente congiunta a lui e rispose.- Sì, penso che un po' di riposo farà bene anche a me, ma non perdiamoci di vista. La notte è una severa maestra e qui abbiamo insegnato qualcosa a qualcuno. Tu vai con loro? . disse alla vampira. - Non credo proprio, - soffiò lei, abbassando la mano pallida e afferrandolo, - se hai un posto anche per me... Uscirono tutti, ancora ridendo, dalle macerie del locale, chiudendo la porta dietro di sé, con delicatezza.

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