venerdì 5 dicembre 2025

IL LAMENTO DEL DOTTOR SPOCK

 (Prima pubblicazione 29-05.2009)


N:B: per i nuovi lettori, questo post è una evidente metafora di ciò che stava succedendo tra i blog degli utenti del social Chatta.it, ed infatti venne ben compresa dai lettori bloggers dell'epoca.

Partimmo, un giorno, con le nostre navicelle al plasma, diretti verso l'infinito e oltre. Navigammo nel cosmo chattico ben aggrappati alle leve dei comandi e dietro i vetri vedemmo sfilare pianeti e galassie e nella nostra corsa atterrammo su tanti di essi, facendo conoscenza e stringendo amicizie ed alleanze con i più strani, curiosi abitatori dell'universo. Dietro di noi, nella nostra scia, pulviscoli dorati di infiniti microcosmi che ci inseguivano felici. Abbiamo tracciato strade, abbiamo inventato rotte sempre diretti avanti. Ma che strano, vedere ogni tanto passare e a volte incrociare, altre grandi navicelle spaziali, luminose, con le loro proprie scie e cariche del loro equipaggio. Ci siamo scambiati segnali, abbiamo mandato messaggi ma laggiù, nel buio profondo del cosmo, essi si persero. Non ricevuti, non accettati, non considerati. Abbiamo provato ad analizzare con i nostri computer questi strani comportamenti, abbiamo dato la colpa alla curvatura dell'universo, abbiamo pensato che forse i nostri segnali erano troppo deboli ma, chissà perché, quando le navicelle più grandi si incrociano tra loro non scorrono mai né interscambi commerciali né proposte di alleanze. Ci si guarda passare, ognuno con la propria scia, frammenti delle quali ogni tanto passano da una all'altra, ma si resta sempre sulle proprie rotte. E la Confederazione, che di vedere tutti uniti invece avrebbe sempre bisogno, assiste impotente. Che mancanza di logica!


Nessun commento:

Posta un commento