lunedì 8 dicembre 2025

LA VITA VA

 (Prima pubblicazione 27.10.2009)


e non ritorna indietro, per quanto ci si illuda. Me ne sto qui, davanti alla tastiera, tra un giro e l'altro di ronda, e fuor dal vetro vedo scorrere esistenze fuggenti. La notte, calata da un pezzo, copre a malapena pensieri furtivi, abbruttendoli con acidi strascichi di vini da poco prezzo, nell'attesa di congelarli nel suo abbraccio appena si saranno sdraiati in terra o su una panchina. La stazione si perde nella sua enormità, si ramifica nella pancia della città come un cancro, le sue metastasi camminano qua e là ciondolanti, senza che si riesca a comprendere il senso di ciò che sono. Cosa fanno. Dove vanno. Stanotte, come tutte le altre, sempre con quel gelo che mi striscia a fior di pelle e nelle ossa, senza un senso che non sia quello del fare la guardia a cose e persone, come se in fondo a loro importasse. Arrivano, portati dal vento, odori di liquami, odori di strane cibarie untuosamente cucinate nei sottoscala dei locali magrebbini qua dietro, zighinì? datteri? peperoncino come se piovesse a riscaldare il cuore e a contraffare i cibi da tempo abbandonati in cucine improbabili. Facce smunte passano e sbirciano. Qualcuno rincorre qualcun altro. A volte un grido dalla parte di via Giolitti, a volte i colleghi a dar la caccia a qualche tossico nascosto tra le scale mobili e le vasche delle piante. Il freddo continua a starmi accovacciato sulla schiena, forse cerca calore umano, non è quel che cercavo io dalla vita, è la vita che mi ha trovato ed ora mi fa pagare il biglietto. La mente vaga. Ciondola anche lei.  Non conta più i minuti, figurarsi le ore, conta solo le cicche nel bicchiere. Ci vorrebbe una pizza. Qualcosa di caldo, che so, un cognac, uno zabaione! ma sì, con mia nonna a sbattere nel bicchiere i rossi delle uova delle nostre galline con lo zucchero e un goccio di marsala, ma poco, se no ai burdèl el fà mal...Nonna, seduta davanti al tombolo, dì un po', te lo saresti immaginato quest'uomo, dai capelli bianchi e i baffetti assurdi, a passare le notti per un pezzo di pane senza dormire, eh, o anche tu come me credevi a chi sa cos'altro? Passa un gruppo di sballati, lanciano bottiglie contro le macchine. Al quinto piano progettano il ponte sullo stretto di Messina, tutto vietato, tutto riservato, ma stanno allo sbrago peggio di me. Lo sguardo spazia nella notte sui tetti, tra le piazze. Le luci delle pensioni formicolanti a tutte le ore diffondono poco calore con i loro neon, un barbone si accascia sui gradini della chiesa lì di fronte. Qualcun altro più tardi gli fregherà quel poco che ha. Passa un ebreo ortodosso, con i cernecchi ed il cappello a cono, porta un trolley. Si è piegato, raccoglie qualcosa: lo guarda bene alla luce del lampione, si gira furtivo, se lo ficca in tasca. Qualcuno perde, qualcuno trova. Arriva il camion della immondizia, che fa qui, si gira a marcia indietro e sbatte su un taxi, non lo ha visto. Litigano. Il freddo non dà tregua. Sono stanco. Vorrei sparare a qualcuno.

Commenti dei lettori dell'epoca : 

drittoinvena : cerca di cogliere il bello di tutto cio',puoi guardare la vita con occhi diversi, quelli della gente della notte e non parlo di discotecari o fighetti che hanno esagerato con la bamba, parlo degli uomini topo quelli che aspettano il buio per poter vedere il mondo, spesso gente allo sbando ma mai giudicare! magari domani quel barbone seduto sulle scale sarà un dirigente, oppure quel tossico nascosto sulle scale avrà un futuro come architetto. cattura tutto cio' che la notte nasconde e credili tuoi simili forse ti aiuterà anche a sentirti meno solo durante la ronda.............un saluto!

follettoarrabbiato : Crenaaaaaaaaaaaaaaa che ti succede?? Non sono passata una sera e ti trovo cosi??? No, non va bene, capisco il freddo, la rabbia, tutti i brutti sentimenti del mondo, ma non buttarti giu', nonna( la tua) non sarebbe contenta di saperti cosi triste e stanco...non e' molto quello che possiamo da qui e le parole sono sempre troppe....ma ricordati che ci sono per un sorriso e una risata che ti scaldi il cuore....un abbraccio Folletto

cicalasiciliana,SR : (scritto 23.06.2011) come passa il tempo crenabog, questo post è stato scritto due anni e otto mesi fa, qui trovo un crenabog diverso, diverso da quell'uomo che oggi giugno 2011 sto conoscendo, (ma sempre come dico io gocciolina dopo gocciolina) ho letto la noia, l'inquietudine, il distacco, l'insofferenza, l'apatia. Ti ho letto scocciato. Solo alla fine del post ti ho riconosciuto, perchè il senso dell'ironia è innato in te. Poi c' una frase che mi ha colpita da ieri sera, ma prima di parlare ho riflettuto a lungo: il freddo mi si accovaccia sulla schiena, forse è bisogno di calore umano, ma non è quello che cercavo io dalla vita, la vita ha trovato me...ora la vita mi fa pagare il biglietto. Da una parte il bisogno del calore umano, dall'altra è come se lo avessi sempre rifiutato, poi quasi una punizione, la vita che ti fa pagare il biglietto. In queste tre righe c'è quasi tutta la tua vita, ma chi non conosce come me i perché, se ne sta in silenzio, e cerca di leggere il prossimo post, poichè le persone si conoscono nel tempo, lentamente, giorno dopo giorno e soprattutto ascoltando con educazione e nel silenzio smile Rita

Nessun commento:

Posta un commento