(Prima pubblicazione 21.10.2009)
Man mano che prosegue l'educazione scolastica elementare del mio giovane rampollo, sempre più vo' accorgendomi dell'abissale divario tra i tempi aurei delle mie trascorse traversie scolastiche e le attuali. Guardo con insofferente malcontento i libri che gli han fornito, quello di italiano per dirla tutta, laddove inevitabilmente, retaggio delle scelte di maestri sgravati da anni di piombo nei quali il diciotto garantito e le cattedre ai bombaroli han dato la stura ad una fiumana umana di semidecerebrati e illetterati il cui carico di sapienza è pari o minore al peso che un granello di senapa infligge sulla schiena di un elefante. Sfogliamoli, orsù, lustriamoci gli occhi con le immortali perle della letteratura, quella che secondo loro avrà a restare nei secoli, o almeno nelle intonse menti dei nostri frugoli, e stiliamo un indice nominativo di chi son - per cotanti maestri - i Numi tutelari dell'Arte, degni di figurare sui sussidiari. Eccoli qua: Neruda, Evtuschenko, Saint Exupery, Rodari. Sempre ed implacabilmente quelli, salvo vaghe stelle cadenti dai cognomi affascinantemente sconosciuti ma rei di aver partorito favolette e facezie morali su tomi di case editrici di fronte alle quali Einaudi, Mondadori, Rizzoli, Rusconi impallidiscono. Di rabbia, direi, se non di vergogna. La poesia? Robaccia, ciarpame d'altri tempi, metrica che sarà mai, rime qual vile parola! Scherziamo? Han ben scavato i solchi e i pochissimi semi gettati per caso o per nefandezza li stanno ricoprendo del giusto concime. Stallatico, direi, purtroppo. Han mai sentito nominare, gli angioletti nostrani, Pascoli-Carducci-Foscolo-De Amicis-D'Annunzio-Leopardi-Dante persino? Ma quando? Ma dove? Mi è capitato d'aiutare il piccolo nella stesura di una poesia, richiesta come compito: ne è venuto fuori un minuscolo lavoretto ben cesellato e dalla cadenza danzante, facile a memorizzarsi e frutto dell'ingegno d'entrambi. La maestra si è complimentata , in rapporto ai pensierini sciolti fatti dai compagni, avanzando il dubbio però che fosse stata presa da un libro...Un libro. Ma quale libro! Dalla Biblioteca Babelica del mio cervello, ecco da dove, che questi oramai avranno un futuro rabberciato e comandato da un unica echeggiante frase: "Un aiutino?" Ah, che roba, oh tempora oh mores! Leggiamoci insieme una perla di quelle dimenticate nell'oblio da questi maledetti, conserviamola con tutte le altre che ci furono insegnate e tramandiamole prima che sia troppo tardi.
VALENTINO di Giovanni Pascoli
Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de' tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: in vece
costa il vestito che ti cucì.
Costa; ché mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e cantò più d' un mese,
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a Gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!,
e le galline cantavano, Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!
Poi, le galline chiocciarono, e venne
Marzo, e tu, magro contadinello
restasti a mezzo, così, con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l'uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch' oltre il beccare, il cantare, l'amare,
ci sia qualch'altra felicità.
Commenti dei lettori dell'epoca:
Delinquentgirl : ...io piangevo quando declamavo "..oh cavallina, cavallina storna che portavi colui che non ritorna.." e diventavo rossa come un peperone quando, in occasione della Festa degli Alberi, con il fiocco blu tutto inamidato che mi nascondeva il viso (tale era la sua grandezza) dovevo ripetere, dinanzi alle Autorità: "L'albero a cui tendevi la pargoletta mano..."
Ti racconto questo episodio: Mio figlio, alle elementari, pelandrone nato, rifiutava il mio aiuto nei compiti pomeridiani. Un bel giorno, mentre sfogliavo il suo quaderno di matematica, vidi un appunto del suo maestro "l'ordine lo esiggo!". Stetti zitta ed implorandolo gli dissi: "dai, facciamoli insieme, così potrai tornare subito ai tuoi giochi!" Mi rispose: "No, perchè il maestro ha detto che dobbiamo fare da soli!". Mi si appannò la vista dalla rabbia, presi il quaderno e scrissi al maestro "Gent.mo, non comprendo come possa, Lei, vietare ai suoi alunni di farsi aiutare, dai genitori, nei compiti a casa. Ha paura che qualcuno possa accorgersi di qualche sua disattenzione? Non me ne voglia e...come diceva Totò, "Scusi se la mia ignoranza non è uguale alla sua! ma esigo che Lei incoraggi mio figlio ad avvalersi della disponibilità di sua madre nello svolgimento dei compiti a casa! Grazie!"
nerorosso : LA COSA PIU' IMPORTANTE E' CHE SEI UN PAPA' UNICO. QUANDO PARLANO DI CRISI DELLA SCUOLA MI FANNO RIDERE ( O PIANGERE ). NESSUNO , DICO NESSUNO, NE CERCA LA CAUSA . QUEL 6 POLITICO QUEL 18 POLITICO, LA POLITICIZZAZIONE DEI PROPRAMMI SCOLASTICI, CANCELLARE LE COLONNE PORTANTI DELLA CULTURA. ORA PARLANO DI FONDI TAGLIATI, MA FONDI PER FARE COSA ? TUTTO E' DISTRUTTO. CIAO BUONA GIORNATA

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