(Prima pubblicazione 13.11.2009)
Stanotte sono stato poco presente con voi, amici miei, e così sarà fino a domenica, perché in questi giorni si sta facendo le varie inaugurazioni del Museo presso il quale sto facendo servizio. Oggi, e neanche lo sapevo, alle sei di mattina già c'era un viavai pazzesco del catering con tonnellate di roba e dolciumi ad uso colazione e buffet. Poi c'è stata la conferenza stampa, il pranzo, bailamme generale pomeridiano e stasera quando son venuto (parliamo di giovedì, eh) alle ventitre era in pieno svolgimento la cena con i politici e la più bella gente che usualmente li circonda. Centinaia di persone tirate a lucido sedute e servite a lunghe tavolate illuminate (sembrava Hogwarts, non so se rendo l'idea) da un nugolo di candelabri d'argento . Candelabri che a Roma, culla della cristianità, sono naturalmente stati messi a sette punte in omaggio alla architetta Hadid, un israelita con studio a Londra che ha creato il Museo, visto che in Italia di architetti, ingegneri, geometri e manovali non ce ne sono.. Fuori dal Museo, su via Guido Reni, affollamento di macchine blu e argentate, tutte in moto ed in attesa placida dei loro padroni che bellamente si sono satollati per ore uscendo intorno a mezzanotte, tra i primi Francesco Rutelli col suo ghigno perennemente stampato in faccia, poi Umberto Croppi col cui autista stavo rivangando la comune militanza negli anni ottanta al tempo di Rauti e dei campi Hobbit, ragionando su come per certi la vita non sorride ma ride di gusto e per certi altri invece c'è solo un destino da guardia giurata o da autista. Seguiva a ruota tutto il potentato romano e senti veramente il greve soffio del potere quando vedi passare uomini giaccocravattati con pance strabordanti e pelata di rigore con a lato femmine da urlo piantate su tacchi da venticinque centimetri, a spillo e dorati. O rossi a seconda del partito di appartenenza. Non ho mai visto tante scarpe da zoccola radunate nello stesso posto. Allegra e in piena digestione mi passa davanti la Melandri con la sua Panda azzurra molto minimalista ma curiosamente unica ad aver parcheggiato all'interno del Museo.. Alle tre di notte finalmente sbaraccano gli ultimi manovali della Relais Le Jardin, con montagne di catering avanzato e ancora chiuso mentre tutto il cibo (leggi pasticceria e bistecconi) al quale ingenuamente confidavo di poter accedere e che era rimasto lo avevano già proditoriamente gettato tra i rifiuti. Fossi un barbone starei digerendo anche io ma mi vendicherò spiritualmente domattina ammazzandomi di bignè autopagati alla faccia loro. Domani notte si ripete, con i vip dello spettacolo e pare ci sarà anche il Cavaliere, forse perché l'afflusso di tope previsto sarà maggiore, poi sabato e domenica apertura al pubblico che avrà richiesto l'invito sul sito e lì si vedrà il ciarpame ripulito della romanità accorrere a vedere un gruppo di ballerini d'oltralpe sempre che non siano attratti da cose culturalmente più elevate tipo la partita o l'isola dei bischeri in tivù. Mah.. Un saluto ghignante dal vostro crepuscolare blogger!

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