giovedì 11 dicembre 2025

I TETTI DI ROMA

 (Prima pubblicazione 24.11.2009)


Anche questa sembra essere una di quelle lunghe, lunghissime notti, col gelo che subdolo ti si insinua tra la canottiera e i tatuaggi sulla schiena, ti si appollaia lì, affezionato, non c'è verso che se ne vada via. Hai voglia a metterti i maglioni, il gilè imbottito sotto la giubba della divisa, hai voglia a non pensarci... le ore scorrono qui alla stazione Termini tra un giro e l'altro, una sigaretta se ne va in fumo, centellino gelosamente minuscoli bocconi di una bustina di biscotti. Ogni tanto, a mo' di razioni d'emergenza sbuccio un mandarino, ne porto sempre qualcuno dietro, mi rinfrescano e mi danno un poco di vitamine. Prima è arrivato il solito negro fuori di testa; mi si piazza di là dalla vetrata e fa cenno di avvicinarsi, rispondo di no, continua: dopo venti minuti capitolo, quello se ne sta lì, chiedo che gli serve, mi dice che deve andare da Berlusconi perché gli ha telefonato e gli ha dato un appuntamento. Gli dico che è uscito e non so quando torna. Insiste che è stato convocato, lo mando a chiedere informazioni dai colleghi. Più in là una ragazza mi guarda, si cala i pantaloni e si accovaccia a fare i suoi bisogni contro il muro. Quattro rumeni si divertono a tirare bottiglie di birra contro il palo della fermata, le schegge volano dappertutto, sono ubriachi fradici. Salgo fino al tetto, controllo i piani. La vista del tetto di fronte, quello della stazione, mi lascia divertito e stupefatto. Ecco dove vanno tutti i gabbiani che la mattina calano sul Tevere e il pomeriggio danno la caccia ai piccioni lasciandoli cadere dall'alto, sventrati, sulle auto in circolazione...eccoli lì, come nel film GLI UCCELLI, un rave ornitologico impressionante, tutti sul tetto a godersi la calorifica estate fittizia dei riflettori.. Torno dabbasso, al gelo. Come canterebbe Celentano, neanche un gabbiano per chiacchierar.

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