(Prima pubblicazione 10.06.2011)
Mentre in tutta Europa si diffondeva la Peste Nera, un gruppo di Boghi dissidenti fuggiva attraverso le tundre gelate cercando riparo nel nord della Norvegia. Asserragliatisi in un minuscolo villaggio trovato abbandonato si diedero ad attività prettamente rurali, quali l'allevamento delle renne pelose, la mungitura delle oche - cosa che invero fruttava assai poco - e la coltura di certe patate native che avevano la particolarità di essere enormi e farinose. Ragion per cui la farina di patate norvegesi venduta dal clan dei Boghi iniziò a rendergli abbastanza da potersi permettere l'acquisto di pitali in ceramica dipinti dalla Sassonia, dolcetti mollicci del Bosforo di cui erano particolarmente ghiotti e un cammello acquistato da un circo itinerante condotto dal Dottor Lao. Il capo clan dei Boghi aveva avuto la bizzarra idea di mettere il cammello in un recinto davanti al piccolo negozio nel quale vendevano tabacco trinciato per pipe Goudewagen e l'idea piacque molto ad un viaggiatore che si trovava casualmente da quelle parti e che poi la diffuse in America.. Il cammello Bogo poi morì di freddo ma la discendenza americana del viaggiatore ancora ci guadagna sopra. Il più giovane ed inesperto dei Boghi, Rena l'Impertinente, volendosi creare un attività tutta sua si diede ad allevare pipistrelli, che di giorno dormivano dandogli la scusa per non far niente durante le ore di sole. Aveva casualmente scoperto che il loro guano era un ottimo fertilizzante, visto che quello delle renne non era reperibile perché essendo pelose gli restava tutto attaccato addosso (forse per questo nessuno voleva comprare le loro pelli, dall'aspetto lucido ma dall'odore repellente). Quando nella sua colonia si diffuse la rabbia selvatica dovette sopprimerli tutti ma non ebbe la forza di uccidere anche il suo preferito, un pipistrello bianco chiamato Bartok the Magnificent (le cui gesta vennero cantate dalla 20th Century Fox secoli dopo) che per ringraziarlo lo morse staccandogli il medio e l'anulare e volò via. Rena da allora venne chiamato Rena lo Sfigato o, quando lui non c'era, Rena-il-facente-le-corna. Bartok volò, trasportato dalle correnti calde, fino ad atterrare in Valacchia, alla corte di Vlad III e, non avendo nulla di meglio da fare, lo morse subito. Il povero Vlad III, fino ad allora buono, mite ed assennato, divenne preda della rabbia e cambiò i suoi hobby: mentre prima era noto in tutto il regno per i suoi barbecue pubblici di salsicce e costolette ricoperte di salsa tartara, dal 1456 in poi si diede ad impalare chiunque trovasse sul suo cammino. Pretese di farsi soprannominare Vlad Dracul, o Draculia, e raggiunse la cifra di oltre centomila uccisioni in pochi anni, cercando di finire nel Guinness dei Primati. Finì invece imprigionato a Buda dove torturava scarafaggi, non riuscendo ad afferrare le guardie carcerarie. Nel frattempo, nelle gelide tundre nordiche, Rena Bogo lo Sfigato a causa della malattia perdeva la sua folta chioma, assisteva impotente all'allungarsi delle orecchie e all'aguzzarsi dei canini. Il giorno che non si vide più nello specchio, dalla vergogna si rinchiuse in una cassa di legno in cantina e cominciò ad uscire solo di notte. Quando si rese conto di aver acquisito un fascino davvero "diabolico" su tutte le donne che incontrava prese a viaggiare in lungo e in largo: le sue fans divennero migliaia e lo seguirono fino in Transylvania, dove comprò un castello diroccato e fondò la prima "comune" della storia, vivendo per secoli in orge sfrenate. Quando la notizia giunse in Norvegia, nessuno ebbe più il coraggio di soprannominarlo Lo Sfigato..
*continua*
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