(Prima pubblicazione 27.01.2010)
Ohhh, che bello, dopo dodici ore di turno di guardia, senza neanche aver potuto vedere il pargoletto stamattina che è dovuto andare a scuola col treno e due autobus, sapendo che stasera lo vedrò per il tempo di prenderlo da scuola e scaricarlo con la moglie (mia, non sua) al treno per riandarmene di guardia, sono - direi - così gioioso e baldanzoso che non ho sparato a un camionista che giocava a "stringi-la-macchina-contro-il-guardrail" solo per il miracoloso intervento di San Giuda. Quindi ho aperto con sovrumano menefreghismo il primo giornale che mi è capitato tra il cappuccino e il cornetto e la sequela di moccoli che è partita in automatico avrebbe fatto la gioia di Tomas Milian ne "Il commissario Monnezza". Allora , i fatti son questi: a Pessano con Bornago, un paesino del Nord, desiderando preparare i bambini di quinta elementare per una gita a Roma, una maestra ha pensato di caricarli emotivamente facendo loro imparare alcune righe del celebre Inno a Roma. Una nonna ha aperto il diario del nipotino ed è insorta, da vera pasionaria, gridando allo scandalo. I giornali mobilitati hanno parlato di "rap fascisti", la maestra si è fatta venire uno choc nervoso, il direttore - tale Felice Menna, che si gloria di aver cambiato lo storico nome della scuola in vigore fino al 2005 (sic!) "BALILLA" in "Daniela Mauro", una psichiatra reperibile su facebook, quindi a quanto pare personaggio storico di tale levatura ed onore da meritarsi il nome su svariati istituti, alla faccia del piccolo Balilla il cui nome, divenuto quasi un aggettivo, era foriero di ben più alti valori insurrezionali contro l'invasore della Patria (e non certo del fascismo, che se ne appropriò molto tempo dopo) - il direttore appunto ha tenuto subito a dire che una bimba li aveva presi dall'inno fascista che poi a lui han detto che è di Orazio, ma che comunque ha consigliato caldamente per la prossima gita di far studiare ROMA di Venditti, grande inno di valore musicale e certamente gradito a tutti gli appassionati della storia. Del calcio. Puntualizziamo alcune cosucce: la fotografia del diario incriminato, manco fosse la ristampa anastatica delle lettere di Anna Frank o del documento con il quale Hitler decretò l'olocausto, mostra solo questo passaggio: " Sole che sorgi libero e gioioso, sul colle nostro i tuoi cavalli doma, tu non vedrai alcuna cosa al mondo maggior di Roma, maggior di Roma." Come potete notare, in queste righe, si evidenzia chiaramente l'apologia del fascismo ad opera di un bieco/a minore certamente portatore di manganello nello zainetto dei Gormiti. L'anziana pasionaria poi risulta, news alla mano, aver riconosciuto i versi "che era stata obbligata ad imparare a scuola e che aveva poi sentito urlare dai repubblichini di Salò". Ah, la mistica bellezza del fraseggio giornalistico, notate come con il sapiente uso di due verbi abbiano dato una connotazione orribilmente costrittoria all'ora di musica nelle scuole del ventennio e alle becere guerresche grida di quegli infami dei ragazzi di Salò, morti per un ideale, sbagliato magari, ma non per quattro soldi o per altro. Come se i repubblichini se ne andassero in giro ad "urlare" un inno notoriamente complicato anche da mandare a mente. E veniamo all'inno in sè: fu commissionato nientemeno che a Giacomo Puccini dal sindaco di Roma Prospero Colonna nel 1919 come commemorazione per le vittorie italiane nella Prima Guerra Mondiale, su testo del poeta Romano Salvatori, ispirato vagamente al Carme Saeculare di Quinto Orazio Flacco, venne eseguita per la prima volta a giugno del 1919 allo Stadio Nazionale di Roma riscuotendo il grande e meritato successo che lo segnò negli anni a venire quando il fascismo ne fece un motivo da imparare e cantare per le masse. Quindi come si vede un opera musicale di tutto rispetto, patriottica e NON fascista, ma le menti libere e liberali di certi individui non hanno tempo di informarsi, gli basta avere vaghi ricordi del ventennio per fare, evidentemente, di tutta l'erba un Fascio. Ora la vecchia signora avrà avuto la sua ben meritata vendetta contro quel che all'epoca evidentemente non gli era andato giù, magari l'avevano bocciata in canto, chi sa, il signor Menna ha avuto il suo bravo momento di gloria mediatica erigendosi a paladino dei sacri valori dei partigiani, il piccoletto sarà stato mortificato al massimo e crescerà magari desideroso di riscossa diventando un brigatista per ripicca, la maestra sarà stata messa in ginocchio sui ceci a piangere sul latte versato e Venditti potrà farsi pagare il copyright ogni volta che i piccoletti guarderanno l'Altare della Patria cantando RomaRomaRoma, core de sta città... Dite un po', non è una notizia di quelle sulle quali ci sarebbe da discutere una settimana? Una di quelle capaci adesso di spaccare in due fazioni perfino i blogger di chatta, dove naturalmente immagino che subito ci sarà chi non vede più in là del naso e inizierà a dirne di tutti i colori. Uno spasso da non perdersi, assolutamente. Voi intanto, chi non lo conosce, ascoltatevi quest'opera di Puccini e trovatemi UNA parola addebitabile al fascismo, all'epoca di là da venire. Nel frattempo io e il pupo ci ripassiamo un altro ameno ritornello, molto più democratico: "Me ne frego"...
Commenti dei lettori dell'epoca :
milady444 :letto con molto piacere cio che hai scritto impossibile fraintendere ciò che scrivi ma si in italia ora come ora devi stare attento pure se sbagli braccio per chiamare un taxi concordo con nerorosso non esiste piu cultura storica nè musicale ma una caccia alle streghe senza sapere nemmeno che volto hanno ma come dice crena "me ne frego" e vado avanti........a modo mio ciao crena graziella
nerorosso : 1) AMO QUEST'INNO2) LO CANTAVA SEMPRE LA MIA POVERA MAMMA3) L'UNIVERSO FORSE NON HA CONFINI LA STUPIDITA' UMANA SI4) LA STORIA PER MOLTA GENTE E' TABU'5) MENNA, O COME CAZZO SI CHIAMA CONOSCERA' VENDITTI MA NON PUCCINI6) MENNA O COME CAZZO SI CHIAMA NON CONOSCE NEMMENO LONTANAMENTE LA GRANDEZZA DELL'IMPERO ROMANO7) MENNA O COME CAZZO SI CHIAMA CONOSCE IL FASCISMO COME IO CONOSCO IL GIAPPONESE8) SE TU DEL PENSIERO DI MENNA , O COME CAZZO SI CHIAMA, TE NE FREGHI IO ME NE STRAFREGOCIAO VECIO
p0ladani : non l'ho vissuto...come non ho vissuto il comunismo e le sue morti..i suoi massacri...mi sono stati raccontati da un'anziana cliente ...mentre le pulivo casa mi raccontava la storia! vissuta da lei personalmente e quindi raccontava di fascismo e di comunismo (tutto cio' che sui libri è vietato scrivere...non viene proprio scritto!)pero' ricordo l'uomo di mia madre...lui era fascista...e prima che mangiassi mi faceva cantare Giovinezza altro che il bimbo della suola del nord. buona continuazione di giornata Paola






