(Prima pubblicazione 18.01.2010)
Ti capitano, no?, quei momenti vaghi dove così tante cose ronzano per la mente, momenti che sembrano dilatarsi nel tempo senza uno scopo, quando finisci la notte e riparti verso un alba traslucida, anelando quel piccolo raggio di sole che proprio non ne vuol sapere di uscire. Ti ritrovi ancora e sempre per strada, mentre sotto una cappa di nuvole plumbee ti sembra, ma sì, pare che...sì, eccolo lì ed una lama rossa taglia, attraversa, fa capolino, quella semisfera rossa come il sangue del sole che sorge, senza portare calore, senza portare che poca luce, ma solo la speranza che tra poco venga in tutto il suo fulgore. Lo vedo, se ne sta lì, galleggia tra le nuvole anche stamattina, nell'ennesima alba diaccia, non sa di me e neanche gliene importerebbe. Guido, con la stanchezza nelle ossa, così profonda, così bene abbarbicata alla schiena da non volersene andare neanche dopo due giorni di sonno. Che ovviamente non capitano mai. Mi aspettano le tre-quattro ore giornaliere sotto coperte che per riscaldarsi aspettano me. Ti fai i conti, ragioni, magari ci scappa anche qualche preghiera, anche stavolta si torna a casa, ripensi alla notte, al collega accoltellato pochi giorni fa, a quell'altro che l'altro giorno si è sparato. La testa è ovattata, non ha più voglia di significati, vorrebbe idee, idee che non vengono. Il pensiero si perde a ricordare testi letti tanto tempo fa, così tanti libri, una massa enorme, spicca Mishima con i suoi romanzi, le sue teorie, i suoi ideali. Il suo morire. Sarà l'alba, sarà il ricordo delle ultime scene del film dedicato a lui, potenti, drammatiche, una morte gloriosa, una morte da ricordare. Non un coltello in un vicolo buio. Non un cancro bastardo. Una libera scelta, un atto di arte, di amore, di esclusiva passione verso sé stessi. La stanchezza sembrerebbe quindi poter conoscere una fine. Una liberazione. Potrebbe essere così facile. Ma quando ci provai non ci riuscii. Anni passati. Motivi più profondi. Morire di stanchezza? Perché no, si muore per tante idiozie. Morire. Dormire. Sognare finalmente, sì, sognare in eterno, liberi, nella pace, senza più attese, il nulla, il vuoto. Il riposo. Togliere finalmente la soma di dosso, respirare un ultima volta, uno di quei respiri che abbiano tutti i sapori e gli odori del mondo, la terra bagnata, l'erba che cresce, il salmastro degli spruzzi marini. Semi di terre lontane che non importa se mai visiterò, basta che esistano e che io sappia che esistano. Il sole. Quello che non vedo mai, più, da anni, solo albe, tramonti. L'etica del vampiro, e non lo sono nemmeno. Calore, quanto, quanto ne vorrebbero le mie ossa. Steso al sole, su un muro, lucertola bizzarra e fuori misura, lì così senza null'altro da fare che diventare parte del muro. Calcinato. Ossa che biancheggiano al sole del deserto. Intoccate se non dal simun, baciate solo dalle dune che vanno, vengono e non ricordano, prive di forma alcuna. Morire, sì. Finire. Quel viaggio fine a sé stesso, il cui senso sa solo qualcuno sopra di me, forse. Io no, o se lo sapevo l'ho scordato. Scordo tante cose, non voglio più ricordare. Continuo a viaggiare, l'asfalto scivola, le ore si rincorrono, gli occhi fanno male, vorrebbero chiudersi. Un altra alba, un altro tramonto, un altra alba. Ci vorrebbe Ozu per ritrarre una vita così, ma non c'è più. Mi precede. Guardo le macchie sulle mani, che belle mani che avevo, mani fatte per i pennelli, per la stilo e il calamaio. Guardo nello specchietto quel volto a cui sono abituato, ma non sono io, io non sono così, io ho vent'anni, ho tutta la vita davanti. Che sono quei capelli bianchi, una volta bruni, cupi. Solo gli occhi son rimasti, hanno vent'anni loro, anche se hanno visto troppo. Chiuderli sarebbe poi così male? Farà male? Sarà triste? Triste sarà essere soli, perché ognuno muore solo. Per quanti ne abbia d'attorno, è l'unico viaggio per il quale non puoi comprare due biglietti affiancati, di certo. Fa niente. Ma poi, potrò sognare?
Commenti dei lettori dell'epoca:
milady444 : capitano pure a me certi momenti ma per fortuna sono di breve durata e il sole sia pure solo nel nostro cuore torna sempre a risplendere
un sorriso e un abbraccio graziella
p0ladani : anche se capisco questi pensieri cupi...questa voglia di chiudere per davvero tutto...sentirsi talmente stanchi che la soluzione sembrerebbe una sola...ci sono passata e non solo una volta...ma ho capito che primo non ne sarei mai capace...di uccidermi dico...anche ai tempi credo di non aver mai trovato il modo giusto per farla finita proprio perche' in realta' non volevo affatto morire ma inconsciamente creavo "campanelli d'allarme" per farsi' che ci si accorgesse di me...di quel bisogno di ricevere coccole...attenzioni amore...e sono contenta di non esserci riuscita! perche' ho capito che la vita o meglio vivere mi piace! anche nella mia poverta' anche nel mio esser una madre-single...anche con tutti i problemi di salute...non mi importa se le mie mani sono cambiate...sono meno belle e lisce...non mi importa delle rughe...del corpo che sta invecchiando e che si stanca prima...non mi importa di esser meno scattante mi importa esser e sentirmi viva...mi importa invecchiare bene...nel migliore dei modi...e' sufficente guardare negli occhi le mie figlie per capire quanto amore ho donato e quanto ne ho ricevuto...mi basta pensare che ogni cosa che ho fatto che ho vissuto che ho anche subìto mi ha arricchita...e legata sempre piu' alla vita...non saro' io a decidere la data e l'ora del mio ultimo viaggio...e non mi importa se saro' sola...avro' vissuto e lasciato traccia di me...e lassu' semmai ci si rivedra' tutti ....non ho scelto di nascere e non decidero' io quando morire....c'e' CHI ci pensera' per me...com'e' giusto che sia....Un abbraccio
antonisceddu : Crena, in questo tuo post vedo il SOMMO in un momento NO...tutti abbiamo avuto e abbiamo questi momenti e anch'io, specialmente quando ero di servizio, mi ritrovavo a fare dei ragionamenti strani sulla vita, ma dopo riflettendoci sempre sopra saltava sempre fuori il solito responso: Anton...."così è la vita, una ruota che gira e non stà a te fermarla"...e adesso di questo nè sono più che convinto...sono rimasto troppo presto senza la mia "metà" e adesso attorno mi ritrovo i figli e figli dei miei figli e chissà quando quel Gran Manovratore fermerà la ruota e mi farà scendere dicendomi: fine della corsa. Un'augurio di gran ripresa e una settimana all'insegna della serenità, un'amichevole abbraccio, Antonello
ariel560 : sono rimasta incantata dal tuo modo di scrivere..... gli avvenimenti tristi, il desiderio di liberarsi dagli affanni, il bisogno di chiudere gli occhi e potersi scrollare i pesi della vita....E' terribile quando i pensieri iniziano a rincorrersi, specialmente di notte....fanno si che tutte le sensazioni negative risultino amplificate.....e nel buio e nel silenzio sembrano fantasmi in agguato....ma poi, con la luce del giorno si dissolvono almeno in parte.....Quando mi volto indietro e vedo chi sta peggio di me, mi accorgo alla fine che, pur con tutti i miei problemi, sono una donna fortunata e allora.......si va avanti....e credo che anche la vita peggiore sia degna di essere vissuta....auguri a te perche' ritrovi la tua seranita' smile
Carmen

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