venerdì 12 dicembre 2025

UN METODO BIZZARRO

 (Prima pubblicazione 17.02.2010)


Molti anni fa Eppe Ramazzotti, grande tra i grandi amatori e conoscitori del tabacco e del modo di fumarlo, scriveva una cosa alquanto curiosa che gli era stata narrata da un giornalista amico suo che aveva assistito alla cosa. Partiamo dalla cima: saprete come si realizza un sigaro, cogliendo i mannocchi di foglie e legandoli insieme quando son maturi, lasciandoli a prepararsi appesi e in seguito arrotolandoli su particolari tavolette di legno, naturalmente la storia che vengano arrotolati sulle cosce tornite di belle sigaraie è solo una leggenda derivante da racconti tipo La Carmen..., coprendoli con la capas, la foglia migliore che fa da vestito al sigaro vero e proprio e tagliandone la punta (una sola, l'altra o va a punta nel caso dei torpedos o gli si applica sopra un tondino di foglia che è quello che poi si taglia o si spezza con i denti - mai forarlo! - per poterne aspirare il fumo) con l'attrezzo adatto. A questo punto si fasciano in gruppetti e si lasciano pronti per l'inscatolamento. Bene, il vero buon sigaro con gli anni matura e produce una leggera fermentazione sulla capas una volta l'anno, quando è ben conservato negli humidor, ma è anche soggetto ad essere attaccato da organismi che possono rovinarlo, mangiarlo, marcirlo. Per questo va sottoposto a trattamenti segreti, propri delle fabbriche. Diversamente da quelli che comprate a Cuba, appena fatti dai sigarai di strada e fumati freschi. Questo giornalista era riuscito a visitare la lavorazione dei leggendari Cohiba, i sigari migliori al mondo, quelli di Fidel tanto per capirsi, e aveva visto i laboratori dove enormi balle di sigari impilati strettamente venivano purificati e sterilizzati tramite gas di disinfettanti ad altissima pressione che in pratica riuscivano ad attraversarli senza distruggerli, neutralizzando però qualsiasi organismo all'interno. Restò terrorizzato quando scoprì che, chi sa come e perché, un gatto era riuscito ad infiltrarsi nel laboratorio e nessuno fece in tempo a farlo uscire: partirono i getti di gas e il gatto finì polverizzato contro una parete, lasciando di sé solo l'impronta sul muro. Il giornalista giurò di non toccare più un sigaro... Ramazzotti invece, continuò tranquillamente con le narrazioni e le fumate, forse cambiando marca. Certo è che di cose incredibili ne succedono, in giro per il mondo, eh?

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